Eurosostenibilità - UN’ATTIVITA’ FINANZIARIA RISPETTOSA DEL BENESSERE SOCIALE, NON MENO CHE DI QUELLO DELL’AMBIENTE

 



Dopo aver chiaramente compreso la differenza fra concezione della Finanza Sostenibile e Finanza etica, volli chiedere alla mia insostituibile Mentore, la Consulente Finanziaria Laura Panizzutti come si potesse passare da un concetto di Finanza Sostenibile, come abbiamo visto accettabile come primo gradino, ma a rischio di divenire una mera operazione di facciata, ad un più completo concetto di Finanza Etica.

Si tratta innanzi tutto di variare i modelli di governance - ha iniziato a spiegare -, sostituendo al semplice approccio di prodotto un più completo approccio etico, che preveda: trasparenza, partecipazione dei Soci e dei clienti; forbice massima tra le remunerazioni; sistemi di incentivi ecc. che non sono previsti, come abbiamo detto nella legislazione Europea, mentre le sono, sia pure in forma generale, in quella italiana, che si riferisce al comportamento complessivo dei singoli operatori, non la singola proposta di finanziamento e che riguarda anche la trasparenza sui finanziamenti, il re-investimento degli utili nello sviluppo dell’attività di finanza etica, il sistema di retribuzioni interno e così via. La vera Finanza Etica, prende in considerazione tutti i criteri di ESG (ambientali, sociali e di governo) ed ogni aspetto dei fenomeni ambientali, economici e sociali generati.

Quindi per passare da una pura attività di investimenti sostenibili ad una vera e propria attività etica è necessario regolamentare in particolare l’attività di lobby, che spesso propugna una sempre minore attività di regolamentazione e controllo. Si tratta quindi innanzi tutto di svolgere un’efficace politica di formazione culturale, cercando di spiegare le attuali distorsioni del sistema finanziario e chiedendo l'introduzione di normative specifiche per porvi rimedio, come una tassa sulle transazioni finanziarie, una separazione tra banche commerciali e quelle di investimento, un serio contrasto ai paradisi fiscali, un limite all'uso dei derivati e così via. Non è più possibile cercare di conservare lo status quo dell’industria finanziaria, che tende solo a produrre un vantaggio per gli operatori della finanza, ma di chiedere una vera riforma finanziaria nell’interesse di tutti: dell’ambiente innanzi tutto, ma anche di tutta la Società, in un’ottica di seria trasformazione sociale.

Tra gli obiettivi fondamentali della finanza etica, invece, vi è quello di contribuire a cambiare i comportamenti di società che producono impatti negativi su larga scala attraverso l’engagement o azionariato attivo. Attraverso i fondi comuni di investimento etici o in partnership con organizzazioni non governative, altri istituti finanziari, associazioni, la finanza etica si impegna per diventare interlocutrice attiva di grandi Corporations, denunciando pubblicamente comportamenti nocivi per le persone e per l’ambiente e puntando, attraverso il dialogo, a fare pressione affinché vengano migliorate le pratiche di gestione e governo con particolare riferimento ai: diritti umani, diritti dei lavoratori e delle lavoratrici , equità di genere, paradisi fiscali , cambiamenti climatici e tutela ambientale”.

Ringraziai per l’esauriente spiegazione e me ne tornai a casa, rimuginando sugli interessanti concetti ricevuti, che mi aprivano il cuore alla speranza: se c’è una così acuta sensibilità ambientale, non meno che sociale, da parte degli operatori finanziari c’era veramente la speranza di un domani migliore!

Gianluigi Pagano

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